A Parigi non esistono i citofoni
In questi giorni ho rivisto il ciclo dei cinque film di Antoine Doinel. Ri-colpo di fulmine per Baisers Volés (Baci rubati, 1968). A parte l’amore inesauribile per Jean-Pierre Léaud, a parte lo splendore di Delphine Seyrig e la sorpresa di ritrovarci un già imponente Michel Lonsdale, due cose più di tutte mi hanno colpito:
1) La caserma in cui si trova all’inizio del film Antoine è a pochi minuti a piedi da casa mia. Così l’altro giorno sono andato a scattare una foto il più possibile vicina all’originale. Tutto uguale, come spesso capita a Parigi, tranne il semaforo, che all’epoca non c’era. In realtà, per mettermi davvero nei panni di FT, avrei dovuto bussare a un citofono del palazzo di fronte, salire all’ultimo piano e scattare la foto dall’alto. Il problema è che a Parigi non esistono i citofoni.
2) A un certo punto Antoine va a lavorare in un’agenzia investigativa. Un giorno scoppia una bagarre tra un cliente e tutti gli impiegati. Una di loro va a chiamare un dentista del piano di sopra per farsi aiutare (la segretaria apre la porta dello studio portando degli occhiali da sole, tf). Il dentista arriva e molla due ceffoni al cliente. Segue molta confusione ma soprattutto questo: Jean-Pierre Léaud inciampa, cade (nel frame in alto si vede l’inizio del volo) e scompare dall’inquadratura. L’attore che interpreta il dentista lo vede cadere (fuori scena) e si mette a ridere. La scena poi prosegue senza più traccia di Antoine. Basta questo per spiegare perché da giorni non faccio altro che risistemarmi il ciuffo che peraltro non ho, come Antoine? Io dico proprio di sì.
E adesso torno ad ascoltare Que reste-t-il de nos amours, per il resto dei miei giorni.